mercoledì 6 novembre 2013

Metti una sera a cena. Menù a base di...Reyer



Riceviamo e con molto piacere pubblichiamo l'articolo dell'amico Massimo Foscato.


Fine Settembre o inizio Ottobre? Questo è il problema…minore. Andiamo, fioi, e' tempo di migrare fino a Bonisiolo per addentare, con le gambe sotto la tavola da Rosa e Baffo, un bel pezzo di storia reyerina. Che poi si dovrebbe dire "RA-IERI-NA", giovanotti di RAI, di Mediaset, di Channel grandi e piccoli, ecc. ecc.. Secondo la pronuncia classica che si imparava non sui banchi del Polo e del Foscarini grazie ai prof. Scutari e Zanon Dal Bo, ma sulle panche di Marsico e Montesco. Battaglia d’Agnadello persa in partenza, lo so, e mi sento come Yokoi Shoichi, il milite nipponico riesumato nella giungla. Piccola fisima "snob” alla Nero Wolfe, come censurano i Crovato’s Brothers-Twins, o grande scotto all'età anagrafica che avanza, come punzecchiano i Tomasutti jr. & sr.? Forse il secondo verdetto, ahimè, è la risposta giusta. Allegria!

Da Ligabue a Brugnaro, da Geroli a Mazzon, da Pauletti a Panciera. O, Gps alla mano, dalla Misericordia all'Arsenale (per una volta il Taliercio resta “campagne”, d’accordo Paolini?) niente di nuovo sotto la luna del Vajont, mezzo secolo dopo, brrrr. Una prova? Tabelloni e tabellini in frantumi. Dopo il precedente a pochi noto (causato dal lancio di un pallone medicinale durante l’ora di ginnastica del prof. Mongiello che, mezzo secolo fa, si svolgeva tra gli affreschi sansoviniani a Cannaregio), tanto nel sur-riscaldamento pre Oransoda Cantù, quanto in quello ante Virtus Roma una schiacciata e via col crack.
L’anello si spezza, il tabellone va in schegge, neanche fosse in vetro di Murano, stile Nason…Moretti! Risultato? Souvenir per tutti a costo e chilometro zero da intascare e da portarsi via in fretta. Di nascosto.

Piccola differenza per la cronaca, a imperitura memoria dei Bacciolo e dei Rizzardini, moderni Sanudo: all’epoca di Decio Scuri, grazie al custode Scarpa, in vestaglia nera, e al vigile Nane Caenasso Penzo, in maniche di camicia, il problema del rettangolo fu risolto a tempo di record tanto che si poté giocare (e vincere) contro Recalcati e gli Allievi in partita ufficiale. Mezzo secolo dopo, nei giorni di Petrucci, invece, rien à faire e tutti a casa. E meno male che era solo un’amichevole! A riprova che il Gianquinto, nel Terzo Millennio, non ci azzecca proprio nulla col basket. Al Massimo di SB che lo idolatrava, la lapide allo schiavone Dalipagic, Colleoni ammirato persino dal Maestro Giordani, fanatico del piano Marshall, di Jim Mc Gregor e dei “Stars & Stripes”.

Ma torniamo a bomba, anzi a tavola, a Bonisiolo. Poco Pianeggiani, poco Mazzon. Molto Refosco, rare gocce di Recoaro, grappa della casa a…Piave. E soprattutto, su comanda dell’anfitrione Zamarin, niente Primo (che preferì Giomo a Carraro) e, per fortuna, niente primo. E’ tutto un fioccare di portate e di aneddoti granata: dagli antipasti penetranti alla Cedolini (fritto misto di verdure pastellate, polentina con formaggio fuso, ecc.) all'insalata russa spaziale (caro Sergey Belov, ti sia lieve la terra dei girasoli come lo fu il parquet olimpico di Monaco); dai contorni (di grande effetto i fagioli con zevole che sarebbero piaciuti al Nemanja “Dumbo” Djuric e al povero Ratko); dalla carne al sangue che nemmeno Geroli avrebbe potuto distribuire tutta al tartagliante Vaccher nei "'minuti di sospensione" al dulcis in fundo con gelato affogato al…boh?, vero Vito? Una cena in cui ognuno ha servito un piatto genuino: il Ranuzzi fritto a Bologna (Vianello), il tiramisù mostruoso di Sanford (Besa), il fegato alla veneziana rimasto in gola a Bovone (Ferro), il baccalà alla palladiana in basilica a Vicenza (Nason), il pasticcio …bolognese anti Goriziana e pro All’Onestà (sic!?!) negli spareggi a Piazzale Azzarita (Lessana).

“A proposito – si inserisce timidamente il sottoscritto – chi fu più figlio di….Sparta tra Penzo e Garbosi?” (n.d.r.: colui che portò in Italia Percudani, celebre, oltre che per la rima facile con i “cani” della Misericordia, per essersi abbassato i pantaloni in protesta verso gli arbitri che pendevano per il Simmenthal di Rubini). Mistero. Come i geroglifici degli schemi del prof. Nello Paratore, nato al Cairo e consacrato faraone d’oro dall’Egitto campione d’Europa, contestato da Lessana e innamoratosi di Bottan e Guadagnino nello stage lagunare. Come le “tracuzzate” anche se non fu da meno la “zorzata” in Korac a Barcellona…, come conferma il notaio Minazzi. Robe che capitano nello sport.

Si parlato di tutto, e di tutti, un po': "Ti ricordi, Vito, a Bologna col Moto Morini?". "E quella volta a Milano, la prima da ex, nella tana del Principe di Bogoncelli, Toni?". "Br, che brividi a Udine, Bob, con i tifosi di Snaidero a circondarci!". “Avete visto in tv Villalta e Albonico? Che invecchiati…”. E’ che, purtroppo, il tempo passa, i ricordi, e la storia, no. Specie quando li si centellina come il Lepanto: entrambi ti lasciano dentro un buon sapore e un gran calore. Il sangue agli occhi, e al naso, del Grillo Vincenti (assente giustificato alla cena, oggi, come ai supplementari, ieri, sull'Ignis di Gavagnin). La beffa in zona Nanut nello spareggio estense. Le bestemmie ai Tre Pini davanti al Petrarca di padre Pretto e di Bonetto.
Gli occhi di Rovati, futuro consigliere di Romano Prodi, ospite nel bed & breakfast a San Gregorio delle mitiche sorelle Abis. “Avete saputo di Pozzilli?”. “E del giovane genero del prof. Santi?”. “Povero Paolo (n.d.r.: Zanon), il migliore dopo Nini Burcovich e prima di Cazzaro!”. Minuto di silenzio? Nemmeno mezzo secondo. Meglio, molto meglio un brindisi alla muranese. Lo afferma Lino Toffolo, lo conferma Carlo Nason: “Se voglio veder una partita della Reyer, oramai non scendo più alle Fondamenta Nove ma a Tessera!”
ACTV? No, Alilaguna. E’proprio il caso di invocare: Die N’ai, Burba, Dio ci aiuti. E ci scampi e liberi dalla sub lagunare. Sursum corda! Parole sante...Meglio se con un po' di Raboso (o era Cabernet ?, come insinua Checco Scarpa...) si cambia discorso. Apre Vito Toso che, neurologo da podio in italia, imbuca diagnosi e palline a raffica nel green a 9 buche con la stessa, millimetrica precisione di quando infilava pallonesse in altri fori. Prosegue Ezio Lessana, che discetta della rimonta di Oracle e di cazza(te) da Barcolana. Conclude Andrea Besa che si scotta col caffè più bollente dell'intruglio zuccherato, a vago sapore di tè, sapientemente mescolato nel bidone di latta del mitico Tonetti.

Un tuffo dove il passato (e l’acqua lagunare) è più blu: i carpiati allegri e primaverili in canal di Noale(x) e quello tragico ed estivo nelle onde del Lido, da Morte a Venezia, di Borsoi; il sorriso della Vanda moglie del “Ciai” Rossi e mamma di Sandro che, dopo Anna Maso, sta ospitando un Battistella all’IRE di Giudecca; il ghigno di Lelli dopo il mezzo baicolo servito alla furente Goriziana; il metro infilato nell’orefizio della prima P2 (Peterson-Porelli); la ruota e il palleggio a tutto campo del Babi Campanini, sul vantaggio di 4 a 2 targato Stefanini; l’ingenuo Sardagna, ancora minorenne, lasciato fuori della porta di una delle case chiuse da Tina Merlin dal segretario dell’epoca (vicino…parente dello scrivente) e da “Starace” Sambo.
Si fa tardi. Arriva il conto e la foto che immortala questa cena, prima e non ultima di una lunga serie, da ripetere. Ricordarsi che, come un secolo fa, quando "Roccia" Zamarin convoca, c'è una e una sola risposta: "Presente"! Anche al Taliercio…”Anche a 94 anni: mi raccomando, dillo a Tonino!”


Massimo Foscato