giovedì 29 marzo 2012

Verso la sfida più antica della Serie A. Ecco i precedenti di Reyer-Olimpia



È la sfida più antica della pallacanestro italiana. Almeno per quanto riguarda l’attuale Serie A e le società ancora esistenti. Il primo incrocio tra l’allora Borletti e la Reyer risale al 1933. Finì 21 - 20 per la squadra veneziana, che però perse a tavolino l’incontro di ritorno del girone B, permettendo ai milanesi di accedere alle finali di Bologna. Non si parlava ancora di Olimpia, ma della squadra del dopolavoro Borletti i cui trofei e la cui tradizione saranno acquisiti della società fondata da Bogoncelli nell’immediato secondo dopoguerra.

Da quell’anno Venezia e Milano si sono incontrate 84 volte, compresa la partita vinta dall’Olimpia al Palaverde lo scorso dicembre. La bilancia pende nettamente dalla parte meneghina con 60 successi contro i 23 dei lagunari, fatta eccezione per l’unico pareggio fatto registrare il 6 aprile del ’52 (esattamente sessant’anni fa): alla Misericordia terminò 28 a 28. 

Nonostante il blasone e i successi siano tutti per Milano, contro l’Olimpia la Reyer è riuscita a cogliere vittorie importanti e a volte curiose sul parquet avverso. Come quella dell’11 ottobre del 1987. È la quarta giornata di campionato e Venezia, targata Hitachi, ha iniziato il campionato di A1 con tre sconfitte nelle prime tre partite. Milano, per contro, è campione d’Italia in carica e gioca sul parquet amico del PalaTrussardi. Dulcis in fundo, la Reyer si presenta senza Praja Dalipagic, rimasto a casa per un infortunio.

Insomma, una di quelle partite su cui non si sarebbero nemmeno accettate scommesse. E invece la Reyer guidata da un immenso Radovanovic, stupisce tutti vincendo per 81-80. Il pacchetto dei lunghi a disposizione di coach Pero Skansi decide la partita. Per il “Rascio” 27 punti, 9 falli subiti, 10 su 15 da due, 7 su 8 ai liberi (non la sua specialità!), 17 rimbalzi, per un totale di 44 di valutazione. Il pivot di Sarajevo fu ben spalleggiato da Clivo Righi (16 punti) e Tullio De Piccoli (11), ma tutta la squadra fu davvero encomiabile. Il roster di quell’impresa da ricordare era formato anche da Loris Barbiero, Fabio Marzinotto, Massimo Valentinuzzi, Andrea Gianolla, Roberto Nicoletti e Andrea Gollessi.

È questa anche l’ultima vittoria in trasferta per Venezia nei confronti di Milano. Questa volta - e parliamo di questi giorni - la sorpresa non è nell'analisi del dopo partita, ma nel pre-partita e nel fatto che la Reyer si presenti non diciamo favorita, ma almeno alla pari sul parquet delle ex mitiche “scarpette rosse”. Un pensiero a quei ragazzi, che senza il loro totem Dalipagic, superarono i campioni d’Italia (e d’Europa) in carica, andrebbe proprio fatto. Se non altro perché sia di buon auspicio.


Nella foto, Mike D’Antoni e Roberto Nicoletti in azione al PalaTrussardi.

mercoledì 28 marzo 2012

La Reyer, l'Olimpia e i paradossi della storia



Milano-Venezia è una storia che inizia da lontano. Una storia con tante storie dentro. Si potrebbe iniziare solo ricordando che la pallacanestro italiana ha mosso i suoi primi passi lungo l’asse del Nord che da Trieste, passava per la laguna, toccando Bologna e arrivando a nel capoluogo lombardo, tra gli anni Trenta e Quaranta.

E dire che le fortune dell’Olimpia Milano iniziano proprio grazie a due di queste città. In primis Trieste dalla quale nel secondo dopoguerra arriva Cesare Rubini, creando una vera e propria enclave triestina nel cuore di Milano, portando con sé i migliori talenti fisici della Venezia Giulia. E poi c’è Venezia, o meglio la Reyer. O meglio ancora, tutte e due, dato che allora il legame era davvero inscindibile.

Dalla società lagunare arriva il primo eroe dell’epopea biancorossa: Sergio Stefanini. È grazie a lui, campione già affermato e conosciuto in tutta Europa, che nei primi anni Cinquanta fiorisce il mito delle Scarpette Rosse. L’unico giocatore in grado di spostare gli equilibri nella pallacanestro dell’epoca trascina Milano alla conquista di cinque scudetti consecutivi. Record eguagliato proprio lo scorso anno dalla Mens Sana, che nelle prossime settimane lancerà l’assalto allo storico sesto titolo. Un traguardo che Milano, a maggior ragione, cercherà in tutti i modi di negare ai senesi.

Dieci anni dopo toccherà ad un altro campione tutto reyerino firmare l’impresa forse più importante nella storia dell’Olimpia. Con i suoi 40 punti al Real Madrid e i 21 in finale contro lo Sparta Praga, Nane Vianello, sotto la supervisione di Bill Bradley, alza la prima Coppa dei Campioni della storia dell’Olimpia. La prima sotto i canestri italiani.

C’è molta Reyer nella storia e nei successi dell’Olimpia. La classifica di questi giorni si diverte a ribaltare questo paradosso con un altro altrettanto sorprendente, ovvero la Reyer avanti di due punti in graduatoria. Ci vorrà del tempo per capire come tutto questo sia potuto accadere. Come sia stato possibile che la Reyer tornasse a Milano, permettendosi di guardare l’Olimpia dal Duomo in giù.


Nella foto in alto, Sergio Stefanini in azione con la maglia della Borletti