giovedì 3 novembre 2011

L'Eurolega cancellerà il basket di provincia?


Ha lanciato un bel masso nello stagno del basket italiano. Dopo una settimana fanno ancora discutere le dichiarazioni del numero uno dell'Eurolega Jordi Bertomeu sul mondo dei cesti tricolore. La questione importante, però, non è cosa ha detto o cosa sia stato riportato sulla qualità del basket in Italia e della sua gestione (su quest'ultimo punto ce ne eravamo già  fatti un'idea da soli). 

Il tema vero è il futuro "transnazionale" della pallacanestro europea. L'Eurolega passerà davvero dall'essere una coppa "allargata", a un campionato a tutti gli effetti? (L'obbiettivo a quanto pare è prioritario e il prossimo allargamento della seconda fase lo dimostra). Che fine faranno le leghe nazionali? Avrà ancora senso investire per una squadra che non milita nel miglior campionato esistente, mentre i grandi club europei giocheranno tutti tra loro? 

Esemplificativo è il caso di Siena. Una città da 60mila abitanti - a quanto pare - non potrebbe sostenere nel lungo periodo una squadra da Eurolega. A prescindere dai risultati. E il fatto che la Mens Sana guardi a Firenze viene accolto come un buon segnale. 

Il ragionamento che ne scaturisce è più o meno questo: o un club fa riferimento ad una grande città (Milano, Roma, Torino); o rappresenta un territorio più vasto, come una regione (vedi  la squadra di Vitoria -  il Baskonia - in Spagna). Oppure è destinato ad accontentarsi di un campionato nazionale dove non è più possibile incrociare le squadre migliori  in circolazione. Con conseguenze sul livello di competitività e di attrazione dei tornei nazionali tutte da valutare. Specie, in Italia, dove le realtà di provincia hanno storicamente costituito la spina dorsale del movimento.

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